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Zanetti S.p.A.

Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. 231/2001

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Il Decreto stabilisce che il modello sia sottoposto a verifica periodica ed aggiornamento, sia nel caso in cui

emergano significative violazioni delle prescrizioni, sia qualora avvengano significativi cambiamenti

nell’organizzazione o nell’attività dell’ente o muti la normativa di riferimento, in particolare quando siano

introdotti nuovi reati presupposto.

1.5. I reati commessi all’estero

In forza dell’art. 4 del Decreto, l’ente può essere chiamato a rispondere in Italia di reati presupposto

commessi all’estero.

Il Decreto, tuttavia, subordina questa possibilità alle seguenti condizioni, che si aggiungono ovviamente a

quelle già evidenziate:

sussistono le condizioni generali di procedibilità previste dagli artt. 7, 8, 9, 10 del codice penale per

poter perseguire in Italia un reato commesso all’estero;

l’ente ha la propria sede principale nel territorio dello Stato italiano;

lo Stato del luogo in cui è stato commesso il reato non procede nei confronti dell’ente.

1.6. Le sanzioni

Il sistema sanzionatorio previsto dal D.Lgs. 231/2001 è articolato in quattro tipi di sanzione, cui può essere

sottoposto l’ente in caso di condanna ai sensi del Decreto:

sanzione pecuniaria

: è sempre applicata qualora il giudice ritenga l’ente responsabile. Essa viene

calcolata tramite un sistema basato su quote, che vengono determinate dal giudice nel numero e

nell’ammontare: il numero delle quote, da applicare tra un minimo e un massimo che variano a

seconda della fattispecie, dipende dalla gravità del reato, dal grado di responsabilità dell’ente,

dall’attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del reato o per prevenire la

commissione di altri illeciti; l’ammontare della singola quota va invece stabilito, tra un minimo di €

258,00 e un massimo di € 1.549,00, a seconda delle condizioni economiche e patrimoniali

dell’ente;

sanzioni interdittive

: le sanzioni interdittive si applicano, in aggiunta alle sanzioni pecuniarie,

soltanto se espressamente previste per il reato per cui l’ente viene condannato e solo nel caso in

cui ricorra almeno una delle seguenti condizioni:

l’ente ha tratto dal reato un profitto rilevante e il reato è stato commesso da un soggetto

apicale, o da un soggetto subordinato qualora la commissione del reato sia stata resa

possibile da gravi carenze organizzative;

in caso di reiterazione degli illeciti.

Le sanzioni interdittive previste dal Decreto sono: